Noto che i toni di alcune persone (sempre le stesse) sulla dibattuta “questione resiana” continuano a essere manifestamente polemici. Senza cercare qualsivoglia dialogo nelle sedi più opportune, affidano alla stampa le loro affilate e pungenti accuse, spesso provocatorie e solo immaginate. In questo modo non solo non si costruisce, ma si danneggia la vera immagine e la vera realtà della nostra bella valle. Cerco di non alimentare troppo le polemiche, ma talvolta mi sembra doveroso proporre alcune
riflessioni a chi non conosce i risvolti della situazione, in seguito al rilascio del documento di identità e del questionario identitario. Sulla vicenda della tutela del “resiano” alcuni rappresentanti politici del Pd, invece di cercare di capire i termini della situazione, si sono preoccupati di proporre immediate interrogazioni parlamentari. Si ha l’impressione che, più che interesse per l’argomento, sia un inizio di campagna elettorale nazionale. Invece di unire gli sforzi per salvare un’identità così particolare, come quella resiana, alcuni rappresentanti politici si accaniscono contro senza tener conto della volontà espressa dai cittadini e dalle recenti deliberazioni del consiglio comunale. Nella mia attività precedente alla nomina di sindaco ho avuto modo di avvalermi della professionalità dell’avvocato Deborah Serrachiani e serbavo buoni ricordi di alcuni incontri con gli onorevoli Ivano Strizzolo ed Ettore Rosato: avrei dialogato serenamente con loro se mi avessero informato della loro discesa in valle e se solo si fossero interessati all’argomento anche in virtù di quel “diritto al dissenso” tanto sbandierato e sostenuto, se non erro, proprio da questa parte politica. Questa costante azione di disinformazione, a mio avviso, non ha alcunché di politico, ma è piuttosto la manifestazione di malumori e di risentimenti personali. Ciò che più mi preoccupa è che queste iniziative di costante disturbo, portate a compimento con la regia o la cooperazione anche di personaggi esterni al Comune, trasmettono l’idea, assolutamente falsa, della mancanza di equanimità dell’attuale amministrazione comunale. La maggioranza dell’amministrazione comunale di Resia è assolutamente coerente e determinata a portare a compimento il mandato ricevuto dagli elettori e, in più occasioni, ha dimostrato anche di sapersi mettere in gioco nell’affrontare tematiche da troppo tempo rinviate, perché scomode da trattare, e nell’aver assunto iniziative ritenute necessarie e utili esclusivamente per il bene della Val Resia. Riguardo al clima di intolleranza denunciato e divulgato artatamente sulla stampa locale tengo a precisare che intolleranza vera – anzi inaudita – sarebbe stato vietare a un gruppo di cittadini di manifestare pacificamente le loro opinioni, pur con la passionalità che nasce dalla forza delle idee. In ogni caso il dissenso è un diritto di tutti e, purtroppo, si manifesta quando il dialogo è impossibile e non voluto perché pregiudiziale. Il dissenso, se diventa dialogo, può trovare anche una soluzione dei problemi, invece diventa pericoloso se rimane solo violenza verbale gridata e affidata solo a certa stampa di parte.
Sergio Chinese Sindaco di Resia
dal Messaggero Veneto del 17 ottobre 201
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9 anni fa

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