17 marzo 2011

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in lutto....

RESIA. Bandiere listate a lutto a Resia per festeggiare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. É la provocazione dell’associazione “Identità e tutela Val Resia”, che ha organizzato una manifestazione per giovedì con l’obiettivo di «dimostrare il proprio dissenso e il dolore per la perduta nazionalità italiana». Una protesta frutto dell’inserimento di Resia tra i comuni di minoranza slovena tutelati dalle leggi regionali e nazionali. Durante la protesta di giovedì, in programma dalle 15 alle 18 lungo le strade di Prato di Resia, i manifestanti porteranno al braccio fasce nere e alzeranno bandiere italiane listate a lutto. Per i componenti dell’associazione infatti, che già erano scesi in piazza in occasione della consegna, ad un residente, della carta d’identità bilingue (italiano-sloveno), lo Stato italiano e la Regione stanno mettendo a rischio la tipicità resiana del territorio. «Quel centinaio di resiani, caduti per il Tricolore nella prima e nella seconda guerra mondiale – afferma il presidente del sodalizio, Alberto Siega – non sarebbero felici di vedere l’attuale Resia inserita in una fantomatica minoranza slovena ed i suoi abitanti definiti “comunità nazionale slovena”. Non c’è soltanto la politica che divide gli italiani, ma anche una legiferazione che non asseconda l’unione nazionale bensì ne favorisce lo smembramento. Per noi cittadini del Nord-Est, di Resia e della Slavia Friulana c’é ancora un motivo plausibile per festeggiare l’anniversario? Quando, appunto, c’é in atto, grazie ad una illegittima e incostituzionale legge emanata “ad hoc”, un evidente e lucido progetto di annessione con conseguente perdita di identità culturale e allontanamento dalla Madre Patria».
Siega si scaglia contro i rappresentanti politici italiani e sloveni: i primi per non aver tutelato abbastanza le comunità resiane, i secondi per il tentativo di far passare la Val Resia come territorio sloveno: «Con esternazioni ed ingerenze arroganti, anche da parte del Console sloveno in Italia, si proclama le suddette terre di nazionalità slovena e si considera la popolazione ivi residente come “comunità nazionale slovena”, cioè sloveni in Italia. Pure il Primo Ministro sloveno, nel 2010 - conclude Siega – ha presentato una vibrata protesta all’Onu, reclamando l’applicazione della grafia slovena nella toponomastica resiana».

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