20 marzo 2011

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minoranza...

La scappatoia per evitare che Resia sia considerata un territorio a minoranza slovena, può arrivare dalla stessa legge che oggi è contestata dalla comunità locale: la 38 del 2001. A sostenerlo è il consigliere regionale Franco Baritussio, che dopo aver promosso una norma di tutela per le minoranze germanofone dell’Alto Friuli, prende a cuore anche la specificità resiana.

Visto che la 38/2001 non prevede meccanismi di uscita da parte dei comuni che vi hanno aderito (e Resia è uno di questi comuni), per Baritussio è necessario intervenire direttamente sull’articolo 5. «La comunità resiana – rileva Baritussio – chiede ormai da tempo di affermare la sua peculiare identità attraverso riconoscimento in legge. Quando una legge regionale deriva da una norma nazionale (è il caso della legge regionale 26/2007 che deriva dalla legge nazionale 38/2001), è dalla legge madre che si deve partire. Per questo in una recente interrogazione presentata all’assessore De Anna – aggiunge Baritussio – indicavo nell’articolo 5 della 38/2001 il punto in cui si può intervenire affermando l’identità della lingua resiana. Lo stesso articolo che dichiara la presenza della comunità germanofona in Valcanale». Questo articolo infatti, prevede «forme particolari di tutela garantite alle popolazioni germanofone della Val Canale, tenendo conto della situazione quadrilingue della zona, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato». Basterebbe, in questo ambito, inserire anche l’identità resiana, per garantire, da una parte l’autonomia e la specificità di questa minoranza, dall’altra la tutela a livello legislativo. Una modifica che non innalzerebbe il resiano al pari delle altre minoranze linguistiche del Friuli Venezia Giulia , ma che permetterebbe alla comunità locale di non sentirsi svilita per l’accostamento alla minoranza slovena.
«Il plurilinguismo – conclude il consigliere regionale – è per il Friuli Venezia Giulia una ricchezza. Le identità e le peculiarità all’interno dello stesso rappresentano, tuttavia, altrettanta ricchezza che non deve essere né compressa, né demolita».
Il popolo resiano, come ha più volte messo in luce l’associazione “Identità e Tutela Val Resia”, è consapevole di avere un’origine affine al ceppo slavo, ma non sloveno. Non a caso le caratteristiche della lingua, della cultura e addirittura quelle genetica (come ha dimostrato un recente studio dell’Università di Trieste) dei resiani non trovano uguali in Europa.-----sul messaggero veneto in questi giorni--

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